Capitolo

18

Le contraddizioni sociali e culturali dell'età umbertina


PREMIO ANTONIO PIROMALLI
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  • Francesco De Sanctis




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Francesco De Sanctis

(nota al capitolo 18, paragrafo 3)

Storiografo e critico militante, polemico contro contenutismo e formalismo, contro erudizione settecentesca e analisi puramente grammaticale dei puristi, FRANCESCO DE SANCTIS rispecchiò, nella sua intensa vita di studioso e di partecipe dei problemi politici dell'Italia del tempo, quella stretta connessione di vita e arte che è alla base della sua interpretazione dei fatti letterari.
Il suo metodo di indagine critica fu svalutato e osteggiato dagli studiosi positivisti che videro in lui un succube della dottrina idealistica tedesca, poco sensibile alla tradizione filologico-umanistica italiana e responsabile di astrazioni artificiose e poco documentate (si ricordino, tra l'altro, gli attacchi antidesanctisiani di Carducci che scaraventava a terra i libri dell'Irpino dall'alto della sua cattedra di Bologna). Merito indiscutibile di Croce è avere autorevolmente riaffermato la grandezza di De Sanctis mediante vigilate edizioni dei suoi scritti inediti e costanti richiami al suo nome e alle sue interpretazioni critiche. Ma Croce mirò anche a stabilire una diretta, e spesso forzata, filiazione tra il suo metodo e quello desanctisiano per cui, in polemica con l'impostazione dell'estetica idealistica, Gramsci e gli studiosi marxisti hanno proposto e praticato un nuovo e diverso «ritorno a De Sanctis».
Fra le sue opere, oltre alla Storia (concepita inizialmente come manuale per i licei) e alla Letteratura italiana del secolo decimonono, si ricordino i Saggi critici (1866), i Nuovi saggi critici (1872), Teoria e storia della letteratura (che raccoglie le lezioni della prima scuola napoletana) e il frammento autobiografico La Giovinezza.

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